Il Museo Tullio Vietri

Biblioteca Museo Tullio Vietri Volto di donna, 1967, tempera su carta

La Biblioteca, servizio di base e primo punto di accesso del cittadino all’informazione ed alla documentazione, contribuisce ad accrescere la consapevolezza dell’eredità culturale e a trasmetterla alle generazioni future.

Nel 1999 l’artista opitergino Tullio Vietri, la Sig.ra Anna Maria Reggiani e la Sig.ra Silvia Vietri Giso, hanno effettuato la donazione modale al Comune di Oderzo di 163 opere dell’artista, realizzate in momenti diversi e in tecniche varie. I lavori sono esposti a rotazione nella collezione permanente allogata nell’omonimo Museo Tullio Vietri collocato presso la Biblioteca Civica, e sono stati oggetto di pubblicazione da parte del Comune stesso.

A questa prima donazione, si aggiunge per volere testamentario dell’Artista, un Legato a favore del Comune di Oderzo, avente per oggetto le sue opere pittoriche, i libri della biblioteca personale e l’archivio della rivista Critica Radicale.

 

Il Museo è visitabile negli orari di apertura della Biblioteca:
dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 19.00 e il giovedì anche dalle 9.00 alle 12.00
Per info e prenotazioni scrivi a: biblioteca@oderzocultura.it.

Accesso alla struttura secondo le normative vigenti.

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Tullio Vietri (Oderzo 1927 – Bologna 2016)

Artista di origini opitergine ma bolognese per adozione, ha esordito nei primi anni Cinquanta, divenendo protagonista di fama nazionale fin dal 1960. La sua pittura, sostenuta da un collaudato magistero tecnico e da una solida consapevolezza intellettuale, attenta alla tradizione ereditata come all’avanguardismo novecentesco, è riconducibile alla tendenza realista della pittura moderna. Impegnato a documentare figurativamente la storia del suo tempo, ma sempre più preoccupato del futuro dell’Occidente, Vietri ha nel corso degli anni reso più drammatica la sua iconografia, adottando colori ottenebrati, forme sfocate, segni infranti: la sua ultima produzione ha infatti evidenziato scenari estremi e sempre più destrutturati, per esprimere la crisi del villaggio globale e la perdita di prospettive sociali e civili.

(Da Vietri Cronache italiane 1958 2008, a cura di Roberto Costella)

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