COMUNICATO STAMPA

MUSEO “LUIGI BAILO” DI TREVISO CELEBRA ALBERTO MARTINI CON UNA SALA PERMANENTE A LUI DEDICATA

 

IN ESPOSIZIONE IL CICLO DELLA DANZA MACABRA E QUELLO DELLA COMMEDIA DANTESCA

CONCESSE DA FONDAZIONE ODERZO CULTURA

 

Nel contesto delle iniziative che condurranno al settantesimo anniversario della morte di Alberto Martini – che cadrà nel 2024 – il Museo “Luigi Bailo” di Treviso ha deciso di dedicare all’artista opitergino una sala permanente, grazie al prestito di una serie di opere concesse da Fondazione Oderzo Cultura a seguito di un protocollo di intesa con il Comune di Treviso.

Alberto Martini (Oderzo, 1876 – Milano 1954) è tra i massimi interpreti di una lunga stagione figurativa italiana, che dalla temperie simbolista di fine Ottocento transita verso i linguaggi e le contraddizioni del nuovo secolo. Protagonista di un’epoca di forti trasformazioni, Martini fonda le sue ricerche su rilevanti esperienze straniere per indagare temi e soggetti con gusto e vocazione europea, senza mai cedere alle ingerenze e alle facili mode del tempo.

Il corpus di opere provenienti dalla Pinacoteca Alberto Martini di Oderzo si incentrano sull’attività grafica dell’artista, tecnica da lui prediletta, focalizzandosi su due cicli di seminale importanza: la Danza macabra europea e le illustrazioni della Commedia dantesca. Tra i due nuclei si innesca un ideale dialogo che pone attenzione sugli aspetti caricaturali e grotteschi con cui Martini opera in chiave critica su società, politica e potere.

In esposizione a Treviso una selezione delle 54 cartoline del ciclo della Danza Macabra, realizzate tra il 1914 e il 1916, nel pieno della Prima Guerra Mondiale. La serie ebbe una forte funzione propagandistica sia tra la popolazione civile che sui fronti di guerra in chiave antigermanica; la loro capillare diffusione – anche fuori i confini italiani – garantì all’artista elogi provenienti dal mondo politico, diplomatico e artistico. Il richiamo al topos della danza macabra ha consentito a Martini di indirizzare il discorso sull’attualità degli avvenimenti politico-bellici che stavano sconvolgendo l’intera Europa, risemantizzandolo in un linguaggio che coniuga tradizione grafica cinquecentesca nordeuropea ed elementi di natura protossureale.

All’interno delle illustrazioni della Commedia è stata data forma visiva ai giudizi corrosivi di Dante verso personaggi del passato o a lui coevi: da Attila a Maometto, da Bonifacio XVIII allo Scrovegni. La riflessione portata avanti da Martini è incentrata sugli aspetti sociopolitici della Divina Commedia, che ben si sposa con l’elemento grottesco che emerge nel clima della grande guerra all’interno del ciclo della Danza macabra, dove vi sono riferimenti a militari, generali e capi di stato del tempo.

A chiudere l’allestimento della sala è l’Autoritratto (1911), disegno a matita di grandi dimensioni – opera preparatoria della china conservata alla Pinacoteca di Oderzo – che mostra in modo esemplificativo la riflessione che l’autore compie sul proprio ruolo e statuto di artista, individuo in grado di evocare le “inesplorate regioni dello spirito”.

“Siamo davvero lieti di aver avviato una collaborazione con una delle realtà culturali più importanti del territorio trevigiano” afferma la dott.ssa Maria Teresa De Gregorio, Presidente di Fondazione Oderzo Cultura. “Alberto Martini è stato uno degli artisti italiani più interessanti tra Otto e Novecento: ha fuso le vibrazioni culturali europee con la cultura italiana, aprendo un dialogo proficuo con le città più effervescenti in Europa, come Parigi, Monaco e Londra. Il suo stile è eclettico e unico, foriero di istanze nazionali e internazionali. Il suo tratto ha stupito artisti, politici e l’intera popolazione: attraverso il sublime unito ad uno spirito satirico e grottesco è diventato il narratore grafico della sua storia coeva. L’importante ed elegante allestimento di Treviso sarà il primo passo per celebrare la memoria di Alberto Martini, il cui ricordo si è perso nel marasma culturale di questi decenni: ripercorrendo l’evoluzione della sua arte scopriremo quanto le sue opere abbiano influito sia nel mondo artistico che nell’intera società a lui contemporanea. Tale iniziativa” continua la Presidente “si inserisce nelle iniziative del mese martiniano, giornate dedicate alla conoscenza del grande maestro opitergino promosse da Fondazione Oderzo Cultura. Gli appuntamenti dedicati a ripercorrere la vita di Martini culmineranno con una serie di eventi fissati al 2024, anno in cui ricorre il 70° anniversario della morte del maestro in cui saranno proposte iniziative, mostre ed incontri per celebrarne la memoria.”

Le opere in prestito dalla Pinacoteca Martiniana di Oderzo dialogheranno con quelle già presenti ai Musei Civici: otto pastelli della serie più prettamente simbolista Fantasie del sole (1912) e L’ésprit travaille – Autoportrait intérieur, olio su tela del 1929, autoritratto dell’artista risalente alla sua fase surrealista.

La sala martiniana presso il Museo Bailo restituisce, dunque, non solo gli aspetti e le declinazioni più indicative della sua poetica figurativa, ma anche in maniera significativa il profondo legame avuto con la città di Treviso, dove Martini si trasferì insieme alla propria famiglia nel 1879, all’età di soli quattro anni, risiedendovi stabilmente sino agli anni Venti.